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03. allarme aereo

1946,
collage su masonite,
60 x 70 cm
Milano,
Istituto Nazionale Ferruccio Parri

Gruppo bombardamenti e trasporti

Una formazione di aerei in volo
Testo:
Gruppo bombardamenti e trasporti
Azioni 2941
Aerei utilizzati 9946
Ore di volo 19866
Bombe lanciate t. 1441
Materiale fornito t. 1808

Allarme aereo

“Addio mia bella casa di via Rugabella, casa del nostro lavoro e del nostro amore, camere piene di amici cari alla sera, luogo d’incontro […]. Tutto miseramente distrutto”. Gabriele Mucchi, Le occasioni perdute Memorie (1899-1993)
La paura dei bombardamenti, a Milano e non solo, trovò personificazione in “Pippo” – mitico aereo alleato che, in solitudine, nell’immaginazione popolare si abbatteva di notte sulla città. Il disegno di Rognoni rappresenta il terrore della popolazione, le fotografie ritraggono gli effetti dei bombardamenti. Il pannello testimonia che, purtroppo, bombardarono tutte le parti in conflitto.

Franco Rognoni,
Allarme aereo,
1944,
inchiostro su carta,
22,5 x 20 cm.

Franco Rognoni (1913-1999) è pittore e disegnatore: l’amicizia con Raffaello Giolli, critico e storico dell’arte morto a Gusen, sottocampo di Mauthausen, gli permette di ampliare la propria cultura visiva, straordinariamente aperta, sin dal tempo del fascismo, alle esperienze straniere. La sua raffigurazione della città frettolosamente percorsa da chi fugge sotto i bombardamenti è una nuova versione di una caratteristica iconografia del novecento e pare lo sviluppo storico, nel periodo della guerra, delle vedute urbane di Boccioni e di Sironi.


Vetture ATM danneggiate (Infp, Cln Lombardia, sez fot., s. 81, 165 x 140 mm)


Ricostruzione di vetture ATM, (Infp, Cln Lombardia, sez fot., s. 81, 140 x 165 mm)


Bombardamento, via Oxilia 25-27, (Infp, Cln Lombardia, sez. fot., s. 18, 180 x 240 mm)


“Operai, impiegati e tecnici”, Cln della Pirelli 30/10/1944 (Infp, Cln Lombardia, b. 4 fasc. 34)

Percorsi tematici

Bombe a Milano

“E come non riprovare un senso di annientamento ricordando la corsa attraverso la città, da corso Venezia a via Buonarroti, incolonnata con gli operai che uscivano dalle fabbriche, mentre aerei bersagliavano di bombe incendiarie i viali della circonvallazione?”
Esther Parri, “Quel parco dei ricordi”, in Il Giorno, 19.8.1977 (in Ricordo di Ester, Quaderni Fiap, n. 38)
Gli attacchi su Milano furono inizialmente solo notturni, effettuati dai velivoli del Comando bombardieri britannico. A partire dall’estate 1943, tuttavia,si affiancarono gli aerei dell’USAF. Le forze alleate attaccavano di giorno, a tutte le ore, con maggiori rischi di essere abbattuti ma con più probabilità di centrare i bersagli prestabiliti. I sessanta attacchi aerei sulla città di Milano causarono tra i 1.200 e i 2.000 morti. Approssimativamente, la città perse un terzo delle proprie costruzioni, distrutte direttamente dalle incursioni, dagli incendi da queste causati o per le demolizioni successive resesi necessarie.Degli 80.000 alberi cittadini presenti nel 1942, al termine della guerra se ne censirono solo 30.000.

Europa sotto le bombe

Anche Londra, Coventry e Dresda subirono enormi danneggiamenti a causa dei bombardamenti. Tra il 7 settembre 1940 e il 10 maggio 1941 Londra fu sottoposta a 71 incursioni aeree della Luftwaffe e su di essa vennero lanciate 18.000 tonnellate di esplosivo. Un ultimo e controverso bombardamento si verificò nel febbraio 1945 con il devastante bombardamento su Dresda che distrusse quasi completamente la città. Gran parte del centro storico di Dresda, un’area di circa 15 chilometri quadrati, venne distrutta: più di 20mila case e 22 ospedali, quasi 200 industrie, e altre costruzioni, tra cui il comando principale della Wehrmacht. Morirono tra le 22mila e le 25mila persone. Kurt Vonnegut, scrittore statunitense che fu catturato dai tedeschi e che si trovava a Dresda come prigioniero all’epoca del bombardamento, nel famosissimo testo Mattatoio n. 5 scrive: «Io ci tornai veramente a Dresda, con i soldi della Fondazione Guggenheim (Dio la benedica), nel 1967. Somigliava molto a Dayton, nell’Ohio, ma c’erano più aree deserte che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate di ossa umane».

Resistenza sulle rotaie

Nei mesi dell’occupazione le officine ATM divennero un punto importante per l’organizzazione antifascista all’interno dell’azienda. In particolare gli operai di via Teodosio furono, fra i tranvieri, il centro propulsore dello sciopero del marzo 1943. Grazie al lavoro di sabotaggio delle vetture, alle quali vennero tolti i «manettini», la città rimase ferma per quasi quattro giorni e i trasporti pubblici vennero riattivati solo con la precettazione dei lavoratori e il terrore scatenato dall’ondata di arresti operata dalla milizia fascista (testo tratto dalla scheda di Cristina Palmieri per il progetto MI4345). Per approfondire il tema della Resistenza di tranvieri e ferrovieri a Milano della stessa autrice il saggio La libertà sulle rotaie. Tranvieri e ferrovieri a Milano dal fascismo alla Resistenza edito da Unicopli.

Operazione 614

Il volantino del CLN Pirelli cita la Dalmine.
Ma cosa avvenne alla Dalmine? E perchè gli operai denunciano le autorità e pretendono che l’allarme venga dato in tempo utile?
Qualche mese prima a Dalmine, la mattina di giovedì 6 luglio 1944, operai e impiegati affluiscono allo stabilimento. Vanno in fabbrica, una fabbrica che aveva creato un paese. Alla stessa ora, nel Sud Italia, già occupato dagli anglo-americani,è cominciata l’ “Operazione 614” che ha per obiettivo il bombardamento di otto località diverse dell’Italia settentrionale, ancora occupata dai tedeschi, fra cui le acciaierie di Dalmine-Bergamo, conosciute anche come Officine Mannesmann. I bombardieri lasciano cadere il loro carico di bombe cogliendo di sorpresa la maggioranza dei dipendenti dello stabilimento. La sirena d’allarme rimane dolosamente muta. Dopo il bombardamento, una grande nuvola di fumo e polvere copre lo stabilimento e il paese. A sera sono già 160 le salme allineate in una chiesa senza banchi. Il nostro archivio (Insmli, fondo La mia guerra, b.24, fasc.2933), conserva la testimonianza che Gianni Epis – all’epoca del bombardamento un ragazzino di 8 anni ospite presso la colonia elioterapica che sorgeva a poche centinaia di metri dallo stabilimento – ha reso al programma ‘La mia guerra’ di Rai3 nel 1989.

01. vita partigiana

02. le donne

03. allarme aereo

04. le fabbriche

05. nazisti e fascisti

06. campi di concentramento

07. le torture e i morti

08. la pietà

09. mussolini

10. la liberazione